A scuola, come nella vita, una buona immagine di sé aiuta. Credere nelle proprie capacità spesso corrisponde a ottenere dei risultati soddisfacenti. Quello che è opinione comune, ora ha trovato riscontro in una ricerca condotta su 1674 studenti e studentesse delle medie di diverse regioni del Nord Italia. Lo studio, attraverso un modello statistico, è riuscito a descrivere come percezione della propria bravura in italiano e matematica e prestazione scolastica misurata dalle prove Invalsi siano legate a filo doppio e quali siano i cambiamenti che avvengono dalla prima alla terza media. Il progetto (dal titolo Scuolinsieme), che è durato tre anni, è stato condotto dalla Fondazione della Scuola, Compagnia di San Paolo (Torino). L’Università di Trento ha partecipato con il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive. Dalle conclusioni dello studio emerge come sia necessario che la scuola tenga monitorata in modo costante la percezione che studenti e studentesse hanno della loro bravura nelle varie materie. Si potranno anche mettere in atto eventuali interventi formativi e psicologici di contrasto al declino del concetto di sé e quindi aiutare ragazzi e ragazze a ottenere alla fine un buon esito rendimento scolastico.
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